E' una delle attrici italiane più talentuose, ma non si adagia sull'esperienza: Federica Di Martino continua la sua ricerca di modi e spazi di espressione
Classe 1973, ha lavorato con diversi registi importanti quali Luca Ronconi, Giuseppe Patroni Griffi e Pino Quartullo. Vincitrice di premi e collaborazioni importanti (come quella con Dacia Maraini) fin quando il genio di Gabriele Lavia incontra il suo talento: un rapporto d'amore (sono sposati dal 2015), di condivisione spirituale e artistica che porta entrambi ad una crescita costante. E mentre Lavia conferma la sua immagine, Federica Di Martino affina le sue doti e conquista la platea, ruolo dopo ruolo.
Il rapporto con la recitazione: come nasce?
Ho iniziato a Ortona a Mare con una compagnia amatoriale. Venivo dalla danza classica, avevo 15 anni e mi chiesero di lavorare con loro. Successivamente, mi sono iscritta all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica, quella che per me era considerata un miraggio. E’ successo che venni a Roma per una visita medica presso uno studio medico vicino l'Accademia. Vedendo quei ragazzi che avevano l’aria un po' maledetta, ne sono rimasta affascinata. Così ho deciso di prendere il bando e di presentarmi.
Cosa vuol dire essere attrice oggi?
Essere attrice oggi è molto complicato perché non si riesce ad essere un'attrice a tutto tondo, in grado di contaminare e contaminarsi. Sicuramente questo è più facile in altri paesi. Per me ormai è un mestiere avviato però è molto difficile raggiungere la propria realizzazione.
Hai un marito ‘ingrombrante’: come è il tuo rapporto con Gabriele Lavia, in casa e in scena?
Gabriele è un genio, una persona speciale. In casa siamo una normalissima coppia che si ama. Lui ha alcune manie di perfezionismo che trovo insopportabili, per il resto nulla di particolare. Lavorare con lui è più stancante rispetto alle collaborazioni con altri. Con lui c'è una comunione spirituale, pretende molto da me così come io faccio in modo di dargli quello che posso.
Sei in tournée con Il Berretto a Sonagli. Quanto ti somiglia Beatrice e quanto Pirandello sapeva disegnare i ruoli femminili?
In Accademia mi sono presentata al provino con ‘Sei personaggi in cerca d'autore’! Nella mia carriera ho affrontato diverse ruoli, da Silvia Gala (Il gioco delle parti) a l'Ignota (Come tu mi vuoi). Pirandello è abile nel tracciare personaggi femminili perché ha una capacità di analisi psicologica della donna. Il ruolo di Beatrice lo desideravo e l'ho scoperto. È un ruolo non ipocrita, femminista.
Quindi ti assomiglia?
No, non mi assomiglia, dovessi scoprire un tradimento non sono una persona che fa scenate, sono più riservata.
Per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, sei stata in scena con un testo ispirato a fatti di cronaca. Cosa ti ha stimolato a farlo?
Era l'opportunità per realizzare uno spettacolo in cui fossi sola. Inoltre, volevo dare un contributo sull'argomento. Quando ho letto il testo di Dacia Maraini l'Amore rubato, mi è venuta l'idea di lavorare su un fatto di cronaca del 2006, una violenza di gruppo a Montalto di Castro. La notizia che mi ha colpita è stata leggere che il Sindaco aveva preso €40.000 dalle casse comunali per pagare le spese agli aggressori!
Di fronte a uno spettacolo sulla violenza di genere, quale è la risposta del pubblico maschile?
Gli uomini in sala sono meno presenti rispetto alle donne, però là dove la donna si limita ad ascoltare, quando gli uomini vengono ad assistere ad uno spettacolo del genere sono i più colpiti perché si sentono parte di un sistema maschilista e denigratorio.
Hai mai subito molestie?
Molestie no. Sono risoluta quindi non mi sono mai trovata in situazioni da cui non sono potuta riuscire a sottrarmi. Però quando ero molto più piccola avevo un ragazzo che era piuttosto violento.
Esiste la solidarietà femminile?
Credo molto nella solidarietà femminile, anche se le ferite più grandi le ho avute da amicizie di donne che erano come sorelle, quelle sono ferite che fanno più male di quelle di coppia. Nonostante questo ci credo fortemente!
Prossimi impegni?
Prosegue la tournée con Il Berretto a Sonagli in tutta Italia. Poi spero di far diventare quello che è stato un lavoro singolo nella Giornata Internazionale sulla violenza di genere un progetto più ampio, sempre ispirato al lavoro di Dacia Maraini.